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Scandalo ecologico: l’Ecuador chiede alla Cina di “smettere di gettare” rifiuti nelle Galapagos

Il gruppo ambientalista Ecoagents dell’Ecuador ha chiesto alla Cina di porre fine alla pratica di scaricare tonnellate di plastica nelle acque vicino alle Isole Galapagos

Il gruppo ambientalista Ecoagents dell’Ecuador ha lanciato un appello urgente al governo cinese affinché interrompa la pratica di scaricare rifiuti nelle acque vicino alle Isole Galapagos. Questa richiesta arriva in risposta ai crescenti problemi di inquinamento marino che minacciano la biodiversità unica dell’arcipelago ecuadoriano.

Secondo Ecoagents, ogni anno circa 160 tonnellate di plastica vengono raccolte lungo le coste delle Galapagos, e una parte significativa di questi rifiuti proviene dalle imbarcazioni della flotta peschereccia cinese. Questi rifiuti vengono trasportati dalla corrente di Humboldt, che si sposta lungo la costa sudamericana, fino a raggiungere le isole, dove causano gravi danni all’ecosistema marino.

La situazione è diventata così critica che il collettivo ambientalista ha organizzato una protesta a Quito, culminata in un sit-in davanti all’ambasciata cinese. Durante l’evento, hanno presentato una petizione al governo cinese chiedendo interventi concreti per ridurre l’inquinamento da plastica causato dalle navi pescherecce.

Il 30% dei rifiuti plastici proviene da navi asiatiche

Il problema dei rifiuti plastici non è nuovo per le Galapagos. Da oltre un decennio, Ecoagents e altre organizzazioni locali lavorano per pulire le spiagge e raccogliere la plastica che si accumula sulle isole, specialmente tra luglio e ottobre, quando la presenza di navi da pesca internazionali è particolarmente alta.

Alberto Andrade, coordinatore del collettivo Frente Insular, ha spiegato che il 30% dei rifiuti plastici raccolti sulle isole proviene da navi asiatiche, sottolineando la necessità di un maggiore controllo e responsabilizzazione delle flotte pescherecce.

Il Ministero dell’Ambiente dell’Ecuador ha confermato che solo il 16% della plastica trovata sulle coste delle Galapagos è di origine locale, mentre il resto proviene da fonti internazionali. L’azione richiesta a livello diplomatico non solo mira a proteggere l’ecosistema delle Galapagos, ma anche a promuovere una gestione più sostenibile dei rifiuti a bordo delle imbarcazioni.

Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso la salvaguardia di uno dei luoghi più preziosi del pianeta e un appello alla comunità internazionale per un impegno condiviso nella lotta contro l’inquinamento marino.

a cura di Rebecca Manzi da www.greenme.it

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