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Stretta su metano dall’Ue, cosa cambia in Italia con il nuovo regolamento

L’Ue attua una stretta sul metano e lancia un piano di interventi in favore dei gas verdi e decarbonizzazione: permessa anche la miscelazione con l’idrogeno

L’Unione europea ha deciso di attuare una netta stretta sul metano provvedendo a sviluppare un pacchetto di misure relative all’aumento dell’utilizzo dei cosiddetti gas verdi all’interno dei Paesi membri. Entrando più nello specifico, l’insieme di interventi pubblicati in Gazzetta Ufficiale Ue in data 15 luglio 2024 mira ad aumentare la trasparenza in merito alla qualità del gas e ai suoi costi di gestione, così come a promuovere “approccio armonizzato ai ruoli delle autorità di regolazione e rafforzare il coordinamento transfrontaliero”. Resta dunque da comprendere come la decisione Europea impatterà sull’Italia e quali saranno le tempistiche.

La stretta Ue sul metano

Analizzando il regolamento e la direttiva Ue sul gas naturale e l’idrogeno pubblicata in Gazzetta Ufficiale si evince l’intento di abrogare il precedente quadro normativo in favore di nuovi provvedimenti in tema di gas rinnovabili che possano progressivamente portare a una netta riduzione delle emissioni nell’aria, così come nell’acqua e nei terreni. La strada intrapresa è dunque nella direzione di un’economia sempre più circolare e contraddistinta da una sempre più massiccia decarbonizzazione.

La concessione Ue sull’idrogeno

Un delicato passaggio del nuovo regolamento Ue interessa l’idrogeno, ovvero una fonte energetica considerata come controversa dal punto di vista della transizione energetica. Pur avendo coscienza di questo, l’Ue ha dichiarato che “è opportuno preservare il diritto degli Stati membri di decidere se miscelare idrogeno nei rispettivi sistemi nazionali del gas naturale”.

La scelta è figlia del delicato contesto geopolitico che da alcuni anni contraddistingue il Vecchio Continente trovatosi, dall’insorgere della guerra in Ucraina, a non voler più contare sul gas naturale proveniente dalla Russia. La crisi internazionale, così come la sicurezza degli interessi dei singoli Stati membri, fa sì dunque che l’Unione europea offra il proprio sostegno allo sviluppo del mercato dell’idrogeno.

La stessa Ue, tuttavia, sottolinea che la miscelazione dell’idrogeno nel sistema del gas naturale deve essere “una soluzione di ultima istanza” per gli Stati. Il motivo, oltre che ambientale, riguarda i problemi che la miscelazione stessa potrebbe avere sulla gestione dell’infrastruttura del gas naturale e sulle applicazioni per gli utenti finali.

Si tratta dunque di una decisione presa per necessità dall’Unione europea che, comunque, ha fissato una data di scadenza molto chiara sulla concessione alla miscelazione dell’idrogeno. Si tratta del 31 dicembre 2029, giorno entro il quale la Commissione europea dovrà fornire al Parlamento e al Consiglio europeo una valutazione sulle prestazioni che sono state effettuate.

Cosa cambia per l’Italia

Il focus del nuovo intervento Ue è focalizzato in special modo nelle regioni carbonifere e ad alta intensità di carbonio, nelle quali il regolamento mira a incentivare la decarbonizzazione e l’aumento delle quote di gas rinnovabile (soprattutto idrogeno e biometano) specie nei processi industriali basati sull’utilizzo di combustibili fossili.

In Italia, così come in ogni altro Stato membro dell’Ue, il nuovo regolamento sui gas verdi porterà a una maggiore trasparenza sia sulla qualità dei gas che vengono utilizzati che sui loro costi e la loro gestione. Vi è inoltre la volontà di sviluppare un approccio più armonizzato ai ruoli e alle responsabilità delle autorità di regolazione e dei gestori dei sistemi, così da ottenere un coordinamento transfrontaliero più rafforzato.

a cura di Riccardo Castrichini da quifinanza.it

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